Le priorità, come riconoscerle?

Ho scoperto che la nostra Newsletter viene letta anche dai figli dei Clienti, ed è un bene, perché al tempo della scuola si può migliorare moltissimo la capacità di apprendere e ricordare, se si applicano le poche, semplici regole di cui abbiamo parlato nel precedente episodio.
Ringrazio quindi Cristina e Maurizio che mi hanno scritto su info@studiogaudenzi.com per sapere se le sette domande con le relative valutazioni siano applicabili anche agli studi universitari e, care amiche e cari amici, la risposta non può essere che sì! Perché la preparazione degli esami implica la gestione della frequenza, dei rapporti con assistenti e professori e, attenzione, attenzione, la programmazione del tempo necessario e l’inserimento in agenda dei vari punti da affrontare, studiare e conoscere.

Perciò direi proprio che non c’è momento migliore per incominciare a lavorare sulla gestione del proprio tempo: prima si comincia, prima si padroneggia, prima si considererà indispensabile darci programmi e rispettarli. Già che siamo sul tema della pianificazione, colgo al volo l’occasione per parlare delle priorità e di come individuarle senza lasciarsi ingannare da inutili dettagli e distrazioni che distolgono la nostra attenzione. Sia che ci poniamo il problema di un esame all’Università sia che si pensi ad un processo di lavorazione, a far funzionare meglio l’ufficio commerciale o a motivare in positivo i dipendenti, il nucleo da evidenziare come primario sarà “IL PROBLEMA” scritto tutto in maiuscolo.
A questo punto quelli di noi che conoscono già le tecniche delle “mappe mentali” saranno avvantaggiatissimi perché riusciranno a schematizzare in un solo foglio bianco l’intera complessità del progetto; ma anche chi non è ancora abituato ad usare questo meccanismo, può iniziare da subito e cominciare a trarne spunto; ma come?

La tecnica delle mappe mentali è molto semplice: basterà scrivere il nome dell’esame al centro del foglio, oppure, ovviamente, di un altro qualsiasi scopo da raggiungere, e poi, isolandoci dal resto del mondo, a porta chiusa, senza distrazioni di sorta, riflettere sui vari punti che si frappongono fra noi, allo stato attuale, ed il risultato ben esposto al centro. Nel caso di un esame potrebbero essere i capitoli dei libri di testo, oppure gli argomenti più importanti; nel caso di un processo di lavorazione o di un cambiamento all’interno di un ufficio, si scriveranno le mansioni attuali delle persone coinvolte, o soltanto i nomi delle persone, oppure le differenze fra come si vorrebbe fossero organizzate e rispondessero alle esigenze e come in realtà stiano funzionando.

A questo punto vorrei ricordare la famosa frase “vale più un’immagine di mille parole” ed invitarvi a disegnare, anche con tratti semplici o linee colorate, pennarelli o anche fotografie o disegni ritagliati, sia i punti importanti della mappa che le relazioni che intercorrono fra i dettagli e lo scopo.
In effetti questo è forse il più grande valore della mappa perché ci consente di pensare a tutto fin dall’inizio, di eliminare perciò sorprese a metà strada e di poter pianificare i tempi con sicurezza, dal momento che conosciamo già le parti dell’insieme e le relazioni che le uniscono.

Quando si ritiene di aver pensato a tutto ed avremo perciò rilevato l’intero insieme nella nostra mappa, ci resterà la importantissima parte di indicare il “quando” in ogni ramo, o relazione, del prospetto. I compiti, quando devono essere in successione, li indicheremo sui “rami” e si scriveranno in senso orario a partire dall’alto a destra e potranno contenere, a loro volta, “rami” più piccoli, dipendenti, o successivi.
Nei primi tempi sembrerà probabilmente di perdere tempo, ma una volta compreso il meccanismo e abituati nell’uso a riflettere molto, prima di iniziare un’attività, ci sentiremo molto più sicuri e avremo la certezza di “aver pensato a tutto”, potremo perciò sentirci tranquilli presentandoci all’esame ed anche in pubblico facendo una presentazione ai dipendenti, a un team, ai collaboratori, ad un ufficio intero.

Un aspetto che talvolta sfugge a chi già conosce il sistema della mappe mentali è che non sono fatte per risparmiare tempo, ma per essere più efficaci, per riuscire nell’intento e, nel farlo, si deve riflettere a lungo sull’intero percorso. Da qui l’ultimo aspetto che da solo vale il tempo necessario per imparare: nel fare le mappe, nel riflettere all’insieme del progetto, nel creare rami e relazioni, si crea nella nostra mente un prezioso amalgama di cose fatte e di cose da fare, e di quando e come farle: così nasce il “sapiens” creativo, si forma, cioè, la persona capace di nuove idee, di superare gli schemi, di vincere resistenze, di attivarsi e generare il cambiamento necessario, di pensare in positivo ed essere convinto e convincente con la forza della competenza e della sicurezza.
Coraggio dunque: l’impegno premia e la conoscenza delle tecniche garantisce il risultato!

La citazione di oggi è di Peter Drucker, grande economista, consulente di Capi di Stato e dei Manager delle più grandi aziende del mondo:

“Il tempo è la risorsa più scarsa che abbiamo; se non viene gestita bene non si riesce a gestire nessuna altra cosa”
Peter Drucker (economista)