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Crescita e Conoscenza

da | 8 Mar 2024

Conoscersi e farsi conoscere narrando episodi di vita

Oggi ho pensato di raccontarvi una storia.
In realtà vi ho già raccontato molte storie nelle precedenti Newsletter, forse non tutte sembrano proprio storie, ma nascono da ricordi, riflessioni e pensieri a cui diamo forma e così vengono alla luce e rimangono con noi.

La storia che vi racconto inizia al tempo delle medie superiori, ero al quarto anno e, per quella estate del 1970, avevo trovato un amico con cui condividere un viaggio di due settimane in Europa. Per l’epoca era una specie di avventura, partire in treno di notte per una settimana a Parigi e poi, in aereo con biglietto per studenti, per un’altra settimana a Londra … era paragonabile ad un giro in Malesia di oggi.

Tuttavia, per farlo dovevo accantonare una discreta sommetta e, in quegli anni, più che chiedere in famiglia dovevamo risolvere il problema dandosi da fare; e così feci, ed iniziai un’esperienza davvero formativa.

Il primo problema era come e cosa fare visto che non avevo esperienze di lavoro e così, a piedi in centro, mi trovai a rispondere ad una signora americana che mi chiedeva la strada per il Duomo. Nel risponderle ebbi l’intuizione di provare a sfruttare la facilità che avevo nel parlare in inglese e provai a chiedere in qualche negozio frequentato dai gruppi di turisti.

Nemmeno un’ora dopo ero già al lavoro in Piazza Santa Croce, come commesso interprete con l’accordo verbale di otto ore al giorno, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, tutti i giorni escluso la domenica, per tremila lire al giorno che corrispondono, secondo l’Istat a circa 32€ di oggi, che può non sembrare molto, ma posso garantire che non era male per niente, e poi conoscevo un mondo di persone diverse e potevo parlare per tutto il giorno in inglese e, talvolta, anche in francese.

Non posso dimenticare quanto sia stata istruttiva quella esperienza di sei settimane.

Ma, alla fine, venne il giorno della partenza in treno da Santa Maria Novella per Milano per il famoso “rapido” notturno Milano-Parigi no-stop. Oggi fa un po’ ridere utilizzare queste parole finite nel dimenticatoio, ma era così eccitante per noi, diciottenni di allora, uscire dalle nostre case, dalle nostre famiglie, essersi procurati i mezzi e partire verso una conquistata libertà.

Era appena passato il ’68, con tutte le tensioni sociali e le proteste ancora nell’aria, l’agosto precedente, nel 1969, c’era stato Woodstock, con la tempesta musicale e politica conseguente, ma non basta, il 1970 fu l’anno dei Doors e di Jimi Hendrix al grandioso festival dell’Isola di Wight, partecipato da 600.000 persone e documentato dal film di Murray Lerner, “Message to Love”.

Ero al settimo cielo perché capivo le parole delle canzoni, perché ero a Parigi in mezzo a mille altri ragazzi come me e si poteva camminare a Montmartre, al Sacro Cuore, in tutto il quartiere latino, chiacchierare con tutti e trovare amici per un panino sulla Senna o in Piazza davanti a Notre Dame, un secolo prima dell’incendio.

In tutto questo l’ostacolo della differenza delle lingue superato, come se non esistesse, era facile parlare con chiunque, tre parole in francese e quattro in inglese e tutto era possibile.

E poi, l’aeroporto, il volo da Le Bourget a Gatwick, il Parlamento, il Big Ben, Hyde Park, a remi sulla Serpentine…

Altri tempi sì, ma la voglia di imparare ogni giorno una parola in più, un altro modo di dire, di ascoltare un racconto in lingua originale, di evitare i doppiaggi o i sottotitoli, quella mi è rimasta e tuttora mi piace ascoltare notiziari e leggere libri.

Quando ripenso a come tutto è iniziato ho spesso la sensazione di non aver saputo sfruttare al massimo la fortuna di avere una certa predisposizione ad imparare le lingue, devo cercare un modo per consolarmi e spesso ci riesco se penso a quanto era bello quel periodo di vita spensierata, a quanto è stato utile e formativo per il futuro e, infine, a quanto mi ha lasciato come desiderio di imparare incessantemente, di apprendere da ogni possibile fonte, di appassionarmi nel lavoro e nella quantità di interessi che via via sono cresciuti, fotografia, vela, video dal cielo e altre mille curiosità che ancora devo soddisfare.

Il desiderio inesauribile della conoscenza è la spina dorsale della nostra vita.

Oggi più che mai, per la velocità incredibile della rivoluzione tecnologica, mantenersi al passo coi tempi è una esigenza vitale in ogni realtà aziendale, qualunque sia la dimensione, e, tutto può accadere quando riusciamo ad iniziare con un primo passo nella direzione che sentiamo, quella che ci porta dove vorremmo andare.

“Il sapere consiste per la metà nel sapere cosa non si sa.”
Confucio

 

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